Punta Corrasi: finalmente in cima!


 Accarezzavamo l'idea di raggiungere la cima del Monte Corrasi da qualche mese ed eravamo piuttosto impazienti, entrambi sempre proiettati verso nuove esplorazioni dal sud al nord dell'isola.

Domenica si presentava come una giornata dalle condizioni atmosferiche perfette per la salita: cielo terso, assenza di venti e temperature sì rigide, ma non drammatiche.

Per chi ama il trekking e la montagna, il Monte Corrasi lancia un richiamo fortissimo, visto che il suo profilo intrigante si staglia in lontananza, ben visibile anche dalla Statale 131 che da un anno percorriamo senza sosta per unire le nostre vite, pertanto non vedevamo l'ora di ammirarlo da vicino.

Ormai la sveglia prima dell'alba anche nel fine settimana è diventato il suono della libertà e dell'avventura.

Alle nove del mattino eravamo già oltre il ridente paese di Oliena, adagiato ai piedi del monte; dopo una sorta di percorso a ostacoli nelle strette e ripide viuzze del centro storico siamo arrivati alla località Maccione, situata a 695 m di altitudine, da dove siamo partiti seguendo il sentiero 401 in direzione della località Tuones.

Da vicino, le imponenti falesie calcaree del Monte Corrasi richiamavano subito un paesaggio dolomitico, catapultandoci in un'altra dimensione spazio-temporale.

La Sardegna è una regione dai molti volti e presenta paesaggi molto diversi tra loro.

Vale la pena addentrarsi nel territorio dall'aspetto aspro e impervio, caratteristica degli ambienti carsici, per scoprirne uno davvero emozionante.

La salita attraverso il bosco di alberi secolari ci ha permesso di scaldare subito i muscoli intirizziti dal freddo, protetti da queste creature antiche e benevole che ci hanno accolto nel loro mondo fatato.

A tratti i nostri passi si facevano croccanti, sulla brina ghiacciata.

Poco dopo aver superato un arco naturale di pietra siamo arrivati a quota 1025 m, in località Tuones. 

Da lì abbiamo seguito la strada sterrata che, attraverso diversi tornanti, ci ha condotto fino a Ishala e Pradu, a 1250 metri, dove abbiamo potuto ammirare un vasto altopiano calcareo che si perde oltre le falde del monte, conducendoci verso altre cime note, come il Montalbo.

Ormai fuori dal bosco, il nostro sguardo ha potuto sorvolare la valle sottostante e spingersi lontano, fino a Nuoro e al Monte Ortobene, a Mamoiada, a Orune e ancora oltre, sulle cime dei monti alle loro spalle. Dall'alto abbiamo abbracciato le bianche casette di Oliena con i loro tetti rossi, serene sotto i raggi del sole e protette dal gigante sopra di esse.

Una vista davvero emozionante! E ancora di più lo era costeggiare la parete calcarea con le sue alte guglie.

Quanto è fortunato colui che può godere di tale bellezza! Siamo uomini benedetti, ad essere nati qui.

Gli ultimi 300 metri circa di salita ci hanno impegnato per un'altra ora di cammino, accompagnati dal sole, anche se le mani dolevano per il freddo pungente.

Di tanto in tanto ci fermavamo ad ammirare fili d'erba e minuscole piantine coperti di bianchi cristalli, stando attenti a non scivolare sopra improvvisi rigagnoli .

Le ultime decine di metri verso la cima li abbiamo percorsi facendoci strada tra le rocce...e finalmente...la vetta!


Un sogno realizzato è il carburante per sognare ancora! 

Anche la seconda cima più alta dell'isola l'abbiamo portata a casa!

Il vento gelido ci ha spinto a riprendere velocemente il cammino a ritroso, dopo una breve sosta per il pranzo in uno dei nostri tanti ristoranti en plein air, stavolta con vista  a ovest, verso Nuoro.

Le parole lungo il tragitto che ci ha riportato presso Tuones erano superflue: cosa aggiungere ad un momento già perfetto di suo?

Tornati valle e percorso un breve tratto di sterrata ci siamo nuovamente addentrati nel bosco, seguendo il sentiero 403 A, per poi raggiungere le nostre auto scortati da due simpatici cani da caccia che ci hanno accompagnato pe l'ultimo chilometro di sterrata.

L'aroma e il gusto di un ottimo caffè servito presso l'Hotel Maccione ci ha coccolato dopo gli 11 km percorsi.

E ora...non ci resta che preparare la prossima avventura!

Massimiliano Montis Grazie!







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